Nel 2019 corrono sessant’anni dalla indagine sul tarantismo salentino condotta da Ernesto de Martino e dalla sua équipe,
tra Nardò, Galatina e Muro Leccese, nel giugno-luglio 1959. Oltre il noto volume demartiniano (La terra del rimorso, Il Saggiatore, Milano 1961),
ne sono scaturite numerose piste di ricerca e riflessione scientifica sulle relazioni tra la musica e il trattamento del disagio e della sofferenza,
la musica e gli stati di alterazione di coscienza in contesti rituali e cerimoniali, la musica e l’esperienza religiosa, ma anche un esuberante
“discorso pubblico” sui recenti processi di patrimonializzazione di esperienze, saperi e beni immateriali quali la musica e la danza, sulla
costruzione di possibili identità locali, che ha pure alimentato istanze sociali e politiche complesse.
Il progetto “demartino60”,
omaggiando e celebrando l’opera pionieristica di Ernesto de Martino e dei suoi collaboratori, intende divulgare parte dei documenti prodotti
intorno al fenomeno, verificare lo stato della riflessione e delle indagini esperite.
Nacque a Napoli l’1 dicembre 1908. All’università di Napoli si laureò nel 1932 con una tesi in Storia delle religioni,
che lo introdusse nella cerchia di Benedetto Croce. Con una serie di
missioni etnografiche dai primi anni ’50, raccolse una quantità di documenti relativi a
manifestazioni magico-religiose e ne studiò le origini storiche, i rapporti con le condizioni
storico-sociali attraverso i secoli, i motivi impliciti che ne giustificavano il persistere. Oggetto
della sua investigazione furono particolarmente il complesso mitico-rituale della fascinazione
in Lucania (Sud e magia, Milano 1959); le persistenze del pianto funebre in Lucania (Morte e
pianto rituale nel mondo antico, Torino 1958); il tarantismo del Salento (La terra del rimorso,
Milano 1961).
Fu proprio de Martino a imprimere una svolta decisiva nello studio del fenomeno
del tarantismo. Nell’estate del 1959 inaugurando la tecnica dell’indagine interdisciplinare, con
l’unione in un’unica équipe di uno storico delle religioni ed etnologo, uno psichiatra, una
psicologa, un’antropologa culturale, un’assistente sociale, un etnomusicologo e un
documentarista fotografo, indagò a fondo il rituale magico-religioso del tarantismo pugliese,
raccogliendo i risultati dell’analisi, in quella mitica estate del ’59, in quello che sarebbe divenuto
un testo di riferimento: La terra del rimorso. Ernesto de Martino morì a Roma il 9 maggio 1965.